Assegnista di ricerca Università degli Studi dell'Aquila, Dipartimento di Scienze Umane ilaria.grimaldi1@univaq.it

LIBRI



  • 2023
    Indizi di ineffabilità. Indagine sui significati della ἔνδειξις nella protologia damasciana, Mimesis Edizioni, Milano-Udine 2023 (ASKESIS), (Forthcoming).

    L’imponente scritto Ἀπορίαι κὰι λύσεις περὶ τῶν πρώτων ἀρχῶν (più noto col titolo latino di De Primis Principiis) presenta un intricato percorso teoretico in cui la risoluzione delle questioni protologiche sollevate sembra essere programmaticamente disattesa. In ragione dell’impossibilità di superare i conflitti concettuali concernenti i Principi Primi, l’opera di Damascio (460 ca. – 537/538 d.C.) è stata sottoposta a letture che ne hanno evidenziato la caratteristica impostazione aporetica; conseguentemente, la gnoseologia e la teoria del linguaggio ricavabili dal De Principiis di frequente sono state considerate alla luce della natura astenica, autocontraddittoria e peritropica del λόγος umano. All’interno di tale prospettiva di interpretazione, la teoria damasciana dell’Assolutamente Ineffabile dimostrerebbe il prevalere dell’ἄγνοια e dell’ἀφασία sulle potenzialità operative dell’intelligenza. La disamina articolata nel presente volume intende presentare una lettura del De Principiis incentrata sul bilanciamento tra i momenti ‘dialettico-negativo’ e ‘dialettico-positivo’ della teorizzazione protologica. Il primo momento è riscontrabile nella denuncia damasciana del πέρας τοῦ λόγου (‘il limite del pensiero/discorso’). Invece, il secondo momento può essere ricondotto all’elaborazione di una metafisica indiziaria, fondata sulle potenzialità endeictiche del pensiero e del linguaggio dei Principi. Attraverso la valorizzazione della fondamentale peculiarità dialettica del trattato diventa possibile esplicitare la reciproca inclusione di limite e possibilità del λόγος. Quest’ultimo è inteso come pensiero e linguaggio orientato a decifrare in qualche modo i Principi; a loro volta i Principi Primi da un lato sono inintelligibili, dall’altro sembrano suscettibili di essere parzialmente colti mediante alcune forme di pensabilità ed effabilità introdotte a vario titolo nello scritto damasciano. Tale particolare circostanza trae la propria condizione di possibilità dal singolare sistema endeictico di espressione e significazione che subentra al tradizionale linguaggio protologico e alle norme basilari della referenzialità semantica. In considerazione di ciò, ci si propone di chiarire le potenzialità connesse all’opzione ermeneutica rappresentata dallo studio della ἔνδειξις (‘indicazione’). Infatti, nonostante il severo ridimensionamento della capacità di azione e di pertinenza del ragionamento e del linguaggio, Damascio percorre le tracce dell’Ineffabile, avvalorando sistematicamente gli indizi di ineffabilità che il λόγος porta in se stesso. Nel De Principiis l’interdizione del discorso e il connesso obbligo a tacere sono seguiti da un continuo pronunciarsi sulle ἀρχαί attraverso il proficuo metodo κατὰ ἔνδειξιν, sintesi straordinaria dell’approccio afasico e di quello discorsivo ai Principi Primissimi. In tal senso silenzio e parola e la loro tensione perenne si saldano nella ‘suggestività’ dell’ἐνδείκνυμι. Pertanto, l’operatività proficua dell’intelligenza che elabora una protologia endeictica permette all’ultimo scolarca ateniese di prospettare soluzioni ‘armonicamente contraddittorie’ e in certa misura efficaci in vista dell’anabasi intellettiva e spirituale.

CURATELE



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RECENSIONI ED ALTRO



  • 2024
    Lista completa delle pubblicazioni

    Ilaria Grimaldi

  • 2015
    ANONIMO, Prolegomeni alla filosofia di Platone, a cura di A. Motta, Armando Editore, Roma 2014.

    «Elenchos» 1 (2015), pp. 185-189.

ARTICOLI IN RIVISTA



  • 2023
    Il concetto di φύσις in Damascio.

    forthcoming in «Rivista di Filosofia Neo-Scolastica» (Received: 16/06/2022, Approved: 05/09/2022).

  • 2017
    Il sogno di Platone-cigno nel Neoplatonismo alessandrino, in «KoinΩnia» 41(2017), pp. 407-422.

    This paper discusses the dream of Plato narrated by Olympiodorus in the Commentary on the First Alcibiades and by the anonymous author of the Prolegomena to Platonic Philosophy. In the anecdote it is told that Plato dreamt that he had become an elusive swan after his own death. My thesis is that, according to the Alexandrian philosophers, the evocative allegory about the nature of Plato-swan is not a simple rhetorical element. It is instead coherently related to a broader perspective, i.e. to the meaning and nature of Plato’s works. The analysis of the literary and philosophical contexts, in which the symbology of the swan appears, introduces some parallel reflections on the motive and function of the dream in Neoplatonism, on the nature of soul in relation to death and to the concept of metamorphosis. It also enlightens the comprehension of the nature of the systematic and holistic Neoplatonic exegesis and of Plato’s philosophical conception according to the Neoplatonic commentators. Ultimately, the examination of the philosophical and literary backgrounds makes possible to grasp the general meaning of his philosophy: polyphonic, and at the same time, always interpretable on the basis of a unitary theological theory.

CONTRIBUTI IN VOLUME



  • 2023
    Cohabiting ineffable totalities. Plotinus, Proclus and Damascius interpreters of the image-temple.

    The World as a City. History of a Philosophical Image between the Ancient World and the Three Monotheisms, a cura di L. De Luca, S. Mecci, F. Stella, Brill, Leiden-Boston 2023 (Forthcoming).

  • 2023
    Damascio sulla tecnica di rimando endeictico. Significati e applicazioni in ambito metafisico-teologico e fisico-cosmologico.

    Damaskios: Philosophie, Religion und Politik zwischen Ost und West, a cura di G. Paşcalău, Universitätsverlag Winter (Heidelberger Forschungen), Heidelberg 2023 (Forthcoming).

  • 2023
    ΟΛΟΣ ΔΗΜΙΟΥΡΓΟΣ. Damascio sulla fonte universale della causalità operante nella materia.

    Paradigmi della demiurgia. Studi sul lessico demiurgico nel pensiero antico e tardoantico, a cura di E. Maffi, con prefazione di A. Longo, Bibliopolis (ΔHΛΩΜΑ), Napoli 2023 (Forthcoming).

  • 2022
    Ὕπαρξις, δύναμις, ἐνέργεια in relazione all’Unificato. La triade neoplatonica nel «De primis principiis» di Damascio.

    R. de Filippis, E. S. Mainoldi (a cura di), La triade dell’Essere. Essenza - Potenza - Atto nel pensiero tardo-antico, medievale e rinascimentale, Brepols, Turnhout 2022 (NUTRIX, 13), Turnhout 2022.

  • 2020
    Dire l’Origine. La nozione di ‘indicazione’ damasciana come risposta alla crisi del linguaggio metafisico, in A. Colacchi, L. Fiorespino (a cura di), Crisi e trasformazioni. Filosofie e processi storico-sociali, Atti dell’XI Convegno Interdisciplinare Dottorandi e Dottori di Ricerca svoltosi presso l’Università degli Studi di Roma ‘Tor Vergata’ nei giorni 18-20 giugno 2019, vol. II, UniversItalia, Roma 2020, pp. 73-87.

    La filosofia antica di frequente si è mostrata sensibile al tema della problematica relazione tra il linguaggio e la dimensione fondativa del reale. In particolare, nel De Primis Principiis di Damascio (V-VI secc. d.C.) la crisi del linguaggio metafisico si attesta tra le questioni focali del trattato. Il neoplatonico conduce il linguaggio alla sua implosione e dimostra l’inconsistenza di ciascuna predicazione e nominazione del principio indicibile. La perdita della capacità significante di termini ed enunciati a esso ricondotti è il sintomo dell’intrinseca ἀσθένεια (‘debolezza’) del linguaggio alle prese con la trascendenza radicale, la non-relazionalità e l’‘incollocabilità’ metafisica e linguistica dell’Origine. Il discorso sull’Ineffabile è comparabile a una ‘vana rapsodia’, un delirio di parole interne a un circolo vizioso che è l’esito di un linguaggio peritropico, autoreferenziale, auto-contraddittorio e antinomico. La risposta alla crisi del linguaggio implica una trasformazione strutturale dello stesso e comporta il passaggio dal linguaggio apodittico a quello endeictico (indicativo-allusivo). L’ἔνδειξις (‘indicazione’) consente di supplire alla debolezza del linguaggio e di rintracciare in esso una forza compensativa e sostitutiva delle comuni modalità espressive. Difatti l’ἔνδειξις si configura come metodo di pensabilità e dicibilità dell’ineffabilità della realtà prima e si dimostra capace di orientare verso il trascendimento dell’intelligenza logico-proposizionale.