Assegnista di ricerca Università degli Studi dell'Aquila, Dipartimento di Scienze Umane ludovica.deluca@gmail.com

LIBRI



  • 2021
    Il Dio architetto di Filone di Alessandria (De Opificio mundi 17-20)

    In quattro paragrafi centrali della sua opera sulla creazione del cosmo, De opificio mundi 17-20, Filone di Alessandria, dotto ebreo che visse tra il I sec. a.C. e il I sec. d.C., paragona il Dio creatore del Genesi a un “uomo esperto in architettura” che, sulla base del modello in­tellegibile che porta in sé, ha costruito questo nostro cosmo come se fosse una grande città. Come spiega Ludovica De Luca, nella sua opera, storia, filosofia e religione si intrecciano e il De opificio mundi diviene il “ma­nifesto” in cui trova espressione una cosmolo­gia originale, sviluppata sulla base del Timeo di Platone e della tradizione stoica, a cui Filone guarda con gli occhi del pio ebreo monoteista. In anni cruciali per l’ascesa dell’Impero, Filone partirà da Alessandria alla volta di Roma per sollecitare maggiori garanzie per la comunità ebraica alessandrina di cui fece parte. È proprio nel periodo successivo all’ambasceria che Filone scriverà il De opificio e il gruppo di opere di cui esso fa parte, noto con il titolo di Esposizione della legge mosaica, destinato a una tipologia di pubblico differente rispetto alle sue opere precedenti. In questo libro Il Dio architetto di Filone di Alessandria, partendo da uno studio del ruolo metaforico dell’architettura nel giudaismo ellenistico e nella filosofia antica, vengono analizzate nel dettaglio le principali tematiche filosofiche che emergono dall’imma­gine del Dio architetto: il mondo intellegibile, le idee in esso contenute, il logos divino, il mondo sensibile, la materia. Tali tematiche, che ven­gono affrontate nella “fabbrica” del mondo di Filone, sono analizzate tenendo conto del de­bito filoniano verso gli autori precedenti, del contesto storico e filosofico in cui il De opificio è stato sviluppato e dell’incontro tra giudaismo e mondo greco-romano che rende l’opera co­smologica di Filone un unicum nella storia del pensiero occidentale. Il volume è arricchito dalla prefazione di David T. Runia, uno dei massimi esperti internazionali di Filone d'Alessandria, già autore con Vita e Pensiero, sotto la supervisione di Giovanni Reale, del libro Filone di Alessandria nella prima letteratura cristiana, il quale scrive: «It is thus a privilege to recommend this work most warmly to its readers. [...] The study allows the reader to be introduced to many of the central aspects of Philo’s thought, as well as to the rich cultural and intellectual context in which he lived. For scholars too it contains many discussions and cameo-like pieces of research which will contribute to a deeper understanding of one of the most important thinkers from antiquity.» https://www.vitaepensiero.it/scheda-libro/ludovica-de-luca/il-dio-architetto-di-filone-di-alessandria-9788834343272-370721.html

CURATELE



  • 2021
    Similitudini, metafore e allegoria nel De opificio mundi di Filone di Alessandria, prefazione di A. Longo, Storia e Letteratura, Roma 2021 (in corso di pubblicazione).

    Il volume in oggetto nasce dall’omonimo convegno internazionale svoltosi a L’Aquila il 24-25 Ottobre 2019 che ha visto come protagonisti tutti gli autori dei saggi raccolti nel volume con l’aggiunta del contributo di R. Radice. Scopo del convegno e di questa raccolta di studi è comprendere meglio il ruolo delle metafore, delle similitudini e dell’allegoria nel Περὶ τῆς κατὰ Μωυσέα κοσμοποιίας (“Sulla creazione del mondo secondo Mosè”) di Filone di Alessandria (I sec. a.C.-I sec. d.C.), conosciuto con il titolo latino di De opificio mundi. Il volume, diviso in tre sessioni, è introdotto dalla prefazione di A. Longo e da un’introduzione di L. De Luca. La pubblicazione del volume fa parte delle attività relative al progetto PRIN 2017 “Racconti di creazione come luoghi di interculturalità dinamica” di cui è responsabile scientifica la Prof.ssa Angela Longo (Università degli Studi dell’Aquila, Dipartimento di Scienze Umane). La parte I, dal titolo Metafore e allegorie nel De opificio mundi di Filone di Alessandria, ha carattere metodologico e vede come protagonisti i saggi di D. T. Runia, M. R. Niehoff, E. Vimercati e P. De Simone, che si concentrano sull’utilizzo filoniano delle metafore e sul ruolo che eccezionalmente l’allegoria svolge nella parte finale dell’opera che non è di tipo allegorico. La parte II, Arte divina, arte umana: le immagini biologiche e tecniche, mette in luce due tra i principali settori delle immagini filosofiche del De opificio, quello naturalistico-biologico e quello tecnico-produttivo, di cui fa parte anche un’analisi del teatro e della creazione come “spettacolo” cosmico. Gli ambiti da cui sono tratte le immagini sono debitori dell’assimilazione filoniana in chiave ebraica delle tradizioni platonica e stoica, o, vista la tendenza stoica di una fase del platonismo in età ellenistica, della cosiddetta tradizione “platonico-stoica”, in cui il Timeo continuava a costituire l’inevitabile punto di partenza per qualsiasi discorso circa l’origine e la sussistenza del mondo. L’ultima parte del volume, Tra filosofia greca e tradizione ebraica, è costituita dai saggi di R. Radice e M. Gargiulo che mettono in luce i due poli nella cui complementarietà è sviluppato il De opificio: la tradizione greco-romana e la tradizione ebraica. Il volume, infine, si chiude con una Mappatura, a cura di L. De Luca, delle immagini principali di cui il De opificio si compone, tramite cui il lettore potrà apprezzare la creatività linguistica del modo di esprimersi di Filone, che va al di là di una mera ricercatezza stilistica e che è strettamente connessa al suo modo di fare filosofia. Nel De opificio Filone costruisce la propria cosmologia per immagini e quest’ultime diventano uno strumento dall’alto potere comunicativo per rendere comprensibile al proprio pubblico greco-romano la cosmogonia genesiaca. Quest’ultima, presentata in termini fisico-filosofici, viene popolata di figure e di esempi presi dal concreto mondo quotidiano che viene nobilitato a immagine e che nella “fabbrica” del mondo di Filone diviene il luogo in cui l’ebraismo, che detta la linea teologica, parla attraverso la filosofia greca, non più “profana” ma che, all’interno del suo laboratorio cosmologico, diviene giudaica.

  • 2019
    Philo of Alexandria and Greek Myth Narratives, Allegories, and Arguments Editors: Francesca Alesse and Ludovica De Luca

    In Philo of Alexandria and Greek Myth: Narratives, Allegories, and Arguments, a fresh and more complete image of Philo of Alexandria as a careful reader, interpreter, and critic of Greek literature is o􀆦fered. Greek mythology plays a signi􀆧􀆬cant role in Philo of Alexandria’s exegetical oeuvre. Philo explicitly adopts or subtly evokes narratives, episodes and 􀆧􀆬gures from Greek mythology as symbols whose didactic function we need to unravel, exactly as the hidden teaching of Moses’ narration has to be revealed by interpreters of Bible. By analyzing speci􀆧􀆬c mythologems and narrative cycles, the contributions to this volume pave the way to a better understanding of Philo’s di􀆦ferent attitudes towards literary and philosophical mythology.

RECENSIONI ED ALTRO



  • 2021
    Recensione di R. Radice, I nomi che parlano. L’allegoria filosofica dalle origini al II sec. d.C., Morcelliana, Brescia 2020, “Syzetesis – Rivista online” (in corso di pubblicazione).

    Recensione di R. Radice, I nomi che parlano. L’allegoria filosofica dalle origini al II sec. d.C., Morcelliana, Brescia 2020.

  • 2020
    Recensione di R. Katzoff, On Jews in the Roman World Collected Studies, Tübingen, Mohr Siebeck 2019, in “Materia Giudaica” 25, pp. 613-614.

    Recensione di R. Katzoff, On Jews in the Roman World Collected Studies, Tübingen, Mohr Siebeck 2019

  • 2020
    Recensione di E. Bons-P. Pouchelle-D- Scialabba, The Vocabulary of the Septuagint and its Hellenistic Background, Tübingen, Mohr Siebeck 2019, in “Materia Giudaica” 25, pp. 611-613.

    Recensione di E. Bons-P. Pouchelle-D- Scialabba, The Vocabulary of the Septuagint and its Hellenistic Background, Tübingen, Mohr Siebeck 2019,

  • 2020
    Recensione di O. Kaiser, Felicità dell’uomo e giustizia di Dio, Paideia, Torino 2018, in “Syzetesis – Rivista online” 7 (2020), pp. 499-503.

    Recensione di O. Kaiser, Felicità dell’uomo e giustizia di Dio, Paideia, Torino 2018

  • 2019
    Recensione di E. Koskenniemi, Greek Writers and Philosophers in Philo and Josephus. A Study of Their Secular Education and Educational Ideals, Brill, Leiden-Boston 2019, in “Materia giudaica” 24 (2019), pp 648-650.

    Recensione di E. Koskenniemi, Greek Writers and Philosophers in Philo and Josephus. A Study of Their Secular Education and Educational Ideals, Brill, Leiden-Boston 2019

  • 2019
    Recensione di M. R. Niehoff, Philo of Alexandria. An intellectual biography, Yale University Press, New Haven-London 2018, in “Materia giudaica” 24 (2019), pp. 646-648.

    Recensione di M. R. Niehoff, Philo of Alexandria. An intellectual biography, Yale University Press, New Haven-London 2018

  • 2018
    Recensione di E. Tedeschi e F. Alaimo (eds.), Ricordi futuri 3.0. Diaspore in terra di Sicilia, Catalogo della Mostra tenutasi a Palazzo Sant’Elia, Palermo, 25 Gennaio-24 Marzo 2018, Silvio Zamorani Editore, Torino 2018, in “La Rassegna Mensile di Israel” 84.3 (2018), pp. 132-134.

    Recensione di E. Tedeschi e F. Alaimo (eds.), Ricordi futuri 3.0. Diaspore in terra di Sicilia, Catalogo della Mostra tenutasi a Palazzo Sant’Elia, Palermo, 25 Gennaio-24 Marzo 2018, Silvio Zamorani Editore, Torino 2018

  • 2013
    Recensione di P. Capelli, Il male. Storia di un’idea nell’ebraismo dalla Bibbia alla Qabbalah, Florence 2012, in “Materia giudaica” 17-18 (2012/2013), pp. 292-294.

    Recensione di P. Capelli, Il male. Storia di un’idea nell’ebraismo dalla Bibbia alla Qabbalah, Florence 2012

  • 2013
    Recensione di A. Cohen, Il tremendum. Un’interpretazione teologica dell’Olocausto, traduzione e cura di M. Giuliani, Brescia 2013, in “Materia giudaica” 17-18 (2012/2013), pp. 284-285.

    Recensione di A. Cohen, Il tremendum. Un’interpretazione teologica dell’Olocausto, traduzione e cura di M. Giuliani, Brescia 2013

ARTICOLI IN RIVISTA



  • 2023
    La diaspora e il cosmopolitismo secondo Filone di Alessandria, in “Ricerche Storico Bibliche” 35.1, 73-90.

    Partendo dall’analisi di come la diaspora giudaica dovette apparire agli occhi di Filone, ci concentreremo in primo luogo sul significato filosofico e politico che le città di Alessandria, Gerusalemme e Roma assunsero metaforicamente nei suoi scritti. Se, da una parte, Alessandria è descritta come μεγαλόπολις (“grande città”) (Flacc. 163) e può essere vista come immagine del cosmo intero (Opif. 17-20), dall’altra Gerusalemme è la μητρόπολις (“madrepatria”) a cui – possiamo dire – si guarda con nostalgia (Flacc. 46). Da un’altra parte ancora, Roma assume potenzialmente i tratti della città ideale in cui Filone riversa tutta la sua speranza di veder cambiata la situazione della comunità ebraica alessandrina che egli va a rappresentare in qualità di ambasciatore. Filone parla di διασπορά prevalentemente nelle opere del Commentario allegorico in relazione alla “disseminazione” dei figli di Adamo di Deut 32,7-9 LXX (De posteritate Caini, De plantatione e De congressu) e a quella dei popoli dopo la confusione delle lingue di Gen 11,1-9 LXX (De confusione linguarum). Egli conferisce alla diaspora una valenza etico-simbolica e il διασπείρειν viene contrapposto allo σπείρειν: Dio semina nel mondo il bene perfetto mentre dissemina l’empietà e i modi ostili alla virtù (Conf. 196-198). La disseminazione dei figli di Adamo è vista come la dispersione dei temperamenti legati alla terra e, secondo Filone, essi rappresentano gli uomini apolidi che vengono contrapposti a Giacobbe “il quale abita una casa” (οἰκῶν οἰκίαν, Gen 25,27 LXX) (Congr. 56-62). Anche in un’opera della serie dell’Esposizione della Legge mosaica, in cui l’uso dell’allegoria è del tutto residuale, la diaspora mantiene un significato metaforico ed essa è da intendersi come la “dispersione dell’anima” (διασπορὰ ψυχική) che il vizio genera (Praem. 115). Dopo aver analizzato l’immagine della διασπορά che emerge negli scritti di Filone, chiuderemo la nostra analisi mettendo in luce le principali caratteristiche del cosmopolitismo filoniano, che rappresenta un’interpretazione ebraica del cosmopolitismo cinico-stoico. Filone, talaltro, è una delle principali fonti del cosmopolitismo greco, dal momento che molti passi delle sue opere sono stati inseriti nella raccolta degli Stoicorum veterum fragmenta a cura di H. von Arnim. Per il cinico Diogene di Sinope l’uomo era κοσμοπολίτης perché, non sentendosi a casa in nessuna città, il suo unico luogo di appartenenza era il cosmo intero, mentre per lo stoico Crisippo, che attribuisce una conformazione più “positiva” al cosmopolitismo cinico, l’uomo è “cittadino del mondo” perché convive nel cosmo con gli dei come se essi fossero in un’unica città, comune a entrambi. Filone parla di Adamo come il μόνος κοσμοπολίτης che abita il cosmo delle origini, accompagnato solo dai μεγαλοπολῖται che altro non sono se non gli astri e, come nello stoicismo, a suo avviso, il cosmo rappresenta la città in cui l’uomo può convivere con Dio (Opif. 142-143). La stessa figura di Filone, analizzata da un punto di vista storico, rappresenta un esempio di κοσμοπολίτης. Egli, nato ad Alessandria, ha nel cuore Gerusalemme e viaggia a Roma in difesa della comunità a cui appartiene. Non solo per l’influenza dello stoicismo, così presente nelle sue opere (soprattutto successive all’ambasceria), ma anche per il suo vissuto personale, l’immagine del κοσμοπολίτης diventa efficace per mostrare ai suoi lettori la sua idea di diaspora, quasi a voler suggerire un modo di sentirsi a casa nella grande città del mondo al di là dei particolarismi delle singole nazioni.

  • 2022
    La materia e la creazione del mondo nel De opificio mundi di Filone di Alessandria, in “Elenchos” 43.1, pp. 105-137.

    Following the traces of some references to pre-existing matter in the Septuagint, the article analyses the interpretation of Gen 1, 2a in Philo of Alexandria’s De opificio mundi with a focus on his omission of the ἀκατασκεύαστος character of the earth. Philo’s interpretation is closely linked to his conception of emptiness and to his pioneering defence of a creation ex nihilo. In his cosmology, which is articulated as a dual interpretation of the Genesis and Plato’s Timaeus, the matter plays an essential role. Philo justifies its existence on Aristotelian-Stoic grounds, highlighting the process of gradual refinement whereby matter passes from being a rough ὕλη to being an elaborate type of οὐσία.

  • 2021
    L. De Luca, Elenco completo delle pubblicazioni

    Elenco delle pubblicazioni aggiornato al 2021

  • 2020
    Città allegoriche e città reali in Filone di Alessandria in “Materia giudaica” 25, pp. 17-26.

    In his works, Philo of Alexandria alludes to cities in two, main different ways: as “real” cities, of which he remarks the historical and political role, and as “metaphorical” cities, in which the πόλις becomes the imagine of something else. Athens, Jerusalem and Alexandria are metaphors of soul, God and of the cosmos. On the other hand, Rome does not become a metaphor but its geographical and political landscape could be flowed into the works which Philo wrote after the embassy to Gaius Caligula.

  • 2020
    Cronaca del Convegno internazionale Similitudini, metafore e allegorie nel De opificio mundi di Filone di Alessandria (Aquila, 24-25 ottobre 2019), in “Adamantius” 25.

    Cronaca del convegno "Similitudini, metafore e allegorie nel De opificio mundi di Filone di Alessandria" (Aquila, 24-25 ottobre 2019)

  • 2019
    Tracce politeistiche nel De opificio mundi di Filone di Alessandria: presenza di Dio nella natura e forme divine secondarie, in “Materia giudaica” 24, pp. 15-24.

    The analysis of polytheistic echoes in Philo of Alexandria’s De opificio mundi is conducted on two different levels: i). the influence of Stoicism makes Philo suppose the presence of the οὐσίαι σπερματικαί – which have a divine character – in nature; ii). other divine beings here are not excluded: the δυνάμεις, the angels, the stars as gods and God’s collaborators in the creation of men. These references to polytheisms could be intentional and closely related to the eventuality that Philo’s work would have been available to Greek-Roman readers.

  • 2017
    Il lessico cosmo-poietico nel De opificio mundi: Filone Alessandrino e i “Presocratici”, in “Syzetesis – Rivista online” 4, pp. 233-253.

    In questo contributo viene sviluppata un’analisi del lessico cosmo-poietico (κοσμοποιέω; κοσμοποιία; κοσμοποιός; κοσμοποιητικός) nel De opificio mundi di Filone Alessandrino in rapporto alle fonti e testimonianze sui cosiddetti “Presocratici”. Si cerca, così, di mettere in luce la presenza di questi autori nell’opera filoniana e provare a identificare la tipologia di lettori a cui potrebbe essere destinato il De opificio.

  • 2016
    Nuove prospettive su Filone Alessandrino, in “Rivista di Filosofia Neo-scolastica” 4, pp. 997-1004.

    Cronaca delle sessioni filoniane degli SBL Annual Meetings 2015 (21-24 novembre 2015) che si sono tenuti ad Atlanta (Georgia).

  • 2015
    Il serpente di bronzo secondo Filone Alessandrino in Leg. 2,79-81, in “Adamantius” 21, pp. 173-184

    Philo of Alexandria in Leg. 2,79-81, based on the Septuagint, gives an interesting and original interpretation of the bronze serpent occurring in Nm 21,4-9, an artifact which Moses makes to counteract ‘the snakes that kill’ sent by God to punish the Israelites. According to Philo, the snake has a double value: on the one hand, as Eve’s serpent, represents vice, on the other, as Moses’ serpent, represents virtue. Philo considers the bronze serpent on the ethical and noetic level: it is both the cure for passions and the character of temperance. The bronze serpent shows the intelligible virtue, since it is the ‘idea’ to be contemplated as a moral model, to be imitated in order to eliminate every vice. Philo’s exegesis, imbued with elements coming from the Greek-Roman world and the Jewish tradition, emerges in the interpretations of some early Christian writers, such as Tertullian, Origen, Gregory of Nazianzus, Gregory of Nyssa, Ambrose of Milan, and, in an original reworking, in the author of Physiologus. They interpret the bronze snake in relation to Jn 3,14-15 and are especially influenced by the ethical and pharmacological aspects of Philo’s exegesis.

CONTRIBUTI IN VOLUME



  • 2023
    «Come un buon demiurgo» (οἷα δημιουργὸς ἀγαθός): un’esegesi ebraica di Tim. 29a3, in E. Maffi (ed.), Paradigmi della demiurgia. Studi sul lessico demiurgico nel pensiero antico e tardoantico, prefazione di Angela Longo, Bibliopolis, Napoli, pp. 149-173

    In Filone il lessico della demiurgia viene riadattato alla tradizione giudaica e diventa lo strumento per esprimere il suo pensiero cosmologico, dove filosofia e religione si incontrano. Il De opificio potrebbe essere inteso quasi come un’interpretazione del Timeo, armonizzato con la tradizione stoica, anziché del Genesi, anche se solo la Torah è considerata come ispirata e con valore veritativo. Per questo motivo il lessico demiurgico non può che essere impiegato da Filone con un senso metaforico, così come si presenta già nello stesso Timeo.

  • 2020
    Prefazione in Filone di Alessandria. De Iosepho, traduzione e introduzione di C. Kraus Reggiani, Guaraldi POD/Montetauro, Rimini, pp. 7-13 (prima ed. Roma 1979).

    Prefazione alla ristampa della traduzione del De Iosepho di Filone di Alessandria a cura di C. Kraus Reggiani.

  • 2020
    Providence and Cosmology in Philo of Alexandria, in R. Brouwer-E. Vimercati (eds.), Fate, Providence, and Free Will. Philosophy and Religion in Dialogue in the Early Imperial Age, Brill, Leiden-Boston, pp. 64-79

    Un'analisi del concetto di provvidenza nel De opificio mundi di Filone di Alessandria secondo un approfondimento delle sue fonti di riferimento: la tradizione giudaico-ellenistica, il Timeo di Platone e la tradizione stoica.

  • 2020
    Il λόγος divino in De opificio mundi 20 di Filone di Alessandria, in R. Medda-F. Pelosi-D. Quarantotto (eds.), Il logos nella storia della filosofia antica, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma, pp. 89-105.

    Nel De opificio mundi Filone di Alessandria paragona Dio a un “uomo esperto di architettura” che ha costruito la città del mondo sulla base di un modello intellegibile da lui stesso creato. Il modello, al cui interno sono contenute le idee, è chiamato λόγος e, su un piano metaforico, corrisponde al “progetto” intellegibile che ha sede nella “mente” dell’architetto. Una volta creato da Dio, il λόγος resta al suo interno e rappresenta la città noetica che viene riprodotta come se fosse una megalopoli sensibile. Nell’elaborazione di questa immagine filoniana confluiscono non solo la traduzione dei Settanta e la tradizione giudaico-ellenistica, di cui Aristobulo era un esponente chiave, ma anche concetti filosofici platonici e stoici, diffusi al tempo di Filone tra Alessandria e Roma. In particolare in De opificio mundi 20 Filone sembra avere il fine di interpretare il mondo delle idee e l’anima del mondo del Timeo così come il λόγος stoico. Alla sintesi di platonismo e stoicismo, diffusa già a partire dagli stessi Stoici, Filone aggiunge il punto di vista ebraico e, quindi, creazionistico, che fa in modo che il suo concetto di λόγος vada inteso come pensato/creato da Dio ma anche come coincidente con lo stesso Dio: una “parte” di Dio che altro non è se non il mondo delle idee.

  • 2012
    (con A. Sellitri), Temi di etica medica ebraica oggi in discussione: interruzione di gravidanza e procreazione assistita. Intervista a Rav Riccardo Shmuel Di Segni, in M. Silvera (ed.), Medici rabbini. Momenti di storia della medicina ebraica, Roma, pp. 151-162.

    Intervista a Rav Riccardo Shmuel Di Segni su interruzione di gravidanza e procreazione assistita secondo la tradizione ebraica